"Il vino è un valore reale che ci dà l'irreale"
Luigi Veronelli

domenica 4 marzo 2012

Come un raggio di luna

A volte capita di stappare una bottiglia, di trovarci esattamente quel che ci si aspettava e di rimanere, comunque, in qualche modo sorpresi dallo spontaneo piacere che ci ha emozionati.
A me è capitato qualche sera fa, aprendo un Blanc de Morgex et de La Salle 2010 (non 2009 come appare nell'etichetta allegata) di Carlo Celegato, micro-produttore di quella micro-produzione che è il prié blanc, il vitigno bianco forse "più alto" d'Europa. Micro-produttore come lo sono tutti lassù, verso il Monte Bianco, dove i pochissimi ettari di vigneto di proprietà di ciascun vignaiolo sono suddivisi in minuscoli appezzamenti sparsi qua e là sulle pendenze folli della montagna.
Ebbene, quando i pochi quintali di uve prodotte non sono fagocitati dalla Cave du Vin Blanc, capita ad un produttore di dare vita a vini che ti colpiscono, come è stato per me con quello di Carlo Celegato, un autentico, candido e algido raggio di luna che si è infilato attraverso i sensi con la sua delicatezza, i suoi succosi ricordi di mela, i freschi fiori di campo, il corpo lieve e agile, tutto animato da un'acidità sottile, tesa e vibrante, un'acidità "viperina", come l'avrebbe senz'altro definita Luigi Veronelli.
Un vino dall'individualità peculiare, originale, distintiva; un vino che riflette, più che un territorio, un vero e proprio modo di essere; quello che dovrebbere essere tutti i vini bianchi prodotti lassù, ad un passo dalla luna.

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