"Il vino è un valore reale che ci dà l'irreale"
Luigi Veronelli

venerdì 6 novembre 2009

Umile bevitore della Vigna del Cristo

Il lambrusco è forse il vitigno che vanta origine più diretta dalla vite selvatica, ovvero quella che i Romani – guarda un po’ – chiamavano labrusca e che poi, nei secoli, è stata domesticata dalla paziente opera dei vignaioli.
Ed infatti fa della selvatica e piacevole rusticità la sua caratteristica più evidente e “goduriosa”, un’autentico trionfo di atavica “sensorialità”.
Quello di Sorbara è, tra i sei cloni oggi coltivati (gli altri sono grasparossa, salamino, viadanese, Maestri e Marani), quello dal colore più scarico e dalla struttura più esile, ma insieme anche più fine e slanciata.
Non fa eccezione il Vigna del Cristo 2008 di Cavicchioli, che sfoggia una splendida veste rosa melagrana attraversata da brillanti sfumature corallo, da cui senza sforzo alcuno emergono netti ed intensi profumi di frutta fragrante, fragoline e ciliegie, avvolti da una deliziosa nota floreale, come di violaciocca. Sul palato è agile e freschissimo, reso croccante dall’acidità spigliata e da una carbonica che dona volume e brioso impatto ad una sensazione gustativa chiusa da un piacevole finale leggermente amaricante: stimolante e brillante, invoglia subito ad un nuovo sorso.
Un vino sincero, dalla beva facile e poco impegnativa, ma non per questo meno prodiga di genuino appagamento, che si propone come spontaneo ed economico compagno sulla nostra tavola quotidiana.
Da gustare accompagnato dai salumi e dall’ottimo Parmigiano Reggiano stagionato 24 mesi del Caseificio Gennari di Collecchio; oppure, per restare dalle mie parti, si può provarlo con una succulenta pasta e fagioli condita con olio d’oliva crudo (se volete possiamo aggiungere “extra vergine”, ma trattasi di inutile pleonasmo), magari con quello buonissimo che Piergiovanni Cristiano produce con la biancolilla alla Timpa dei Lupi di Corigliano, così verde e vegetale, profumato di erba appena sfalciata. Ancora meglio, poi, adesso che viene inverno, gustarlo con la ricchissima ed untuosissima cassoeula, celebrando un matrimonio eno-gastro-culturale davvero perfetto tra Emilia e Lombardia.
A proposito di cassoeula, tuttavia, dovete sapere come qui da noi sia ben radicata convinzione che quella migliore e più autentica debba essere preparata con verze raccolte da un gelido campo in una tersa notte invernale; soprattutto, però, le verze devono essere rubate…… ma non ditelo a nessuno!

Lambrusco di Sorbara Vigna del Cristo Doc 2008
Vitigno: lambrusco di Sorbara
Vinificazione: le uve, raccolte manualmente, vengono subito diraspate e macerate in piccole vasche a bassa temperatura. Fermentazione con aggiunta di lieviti selezionati e presa di spuma in autoclave con metodo Charmat a temperatura controllata.

Cavicchioli & Figli - Via Canaletto, 52 - San Prospero sulla Secchia (Modena)

lunedì 2 novembre 2009

Sete perenne

Vino, gagliardo come la dea ragione.
In te l’idea si fa suono e
si colora il Mito.
Appaiono vestali tinte di giada,
il periplo del canto si snoda in
veli che ricordano l’anima.
O vino che canti il mio dolore,
vino che sei il precipizio estremo,
vino che dai l’illusione della morte e
fai solo dormire
fino al nuovo dolore.

Alda Merini (1931-2009) - Almeno ora, per te, i Campi Elisi...