"Il vino è un valore reale che ci dà l'irreale"
Luigi Veronelli

mercoledì 25 agosto 2010

Verdicchio '99: finalmente ecco le note!

Lo so, lo so: quasi due mesi di ritardo per quattro note su una serata conviviale fra amici (seppur Etilelitisti) sono un po’ troppi.
Che posso dire?
Il lavoro? La famiglia? Gli amici? Ero rimasto senza benzina? Avevo una gomma a terra? C’è stato un terremoto? Una tremenda inondazione? Le cavallette?
Mah! Un po’ tutte queste cose... ma soprattutto le cavallette!
Bando alle scemenze e passiamo subito al racconto di un’altra piacevole serata etilelitista, svoltasi lo scorso 8 luglio e, come sempre più spesso accade, ospitata dal Ristorante Franco Bertoni, con il bravo Franco ai fornelli assistito in sala dalla gentilissima moglie Daniela (che – ne sono convinto – alla prossima richiesta di 5-6 bicchieri a testa ci manderà tutti a casa a calci nel deretano). Il menu era stato predisposto, come sempre, dando qualche indicazione a Franco e, per il resto, affidandoci ai suoi preziosi consigli; ed anche questa volta ci è andata benissimo: antipasto con fagianella – ormai un topos nelle nostre cene – arrosto (il petto) e bollita (le cosce) su saporito letto di insalata e pomodori allo zenzero; Paella di solo pesce con gamberi, gamberoni, cozze, vongole, calamari e… chi più ne ha più ne metta; per finire, tris di pecorini di diversa stagionatura.
Il tema “enoico” della serata, invece, lo conoscete già: Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico annata 1999.
In aggiunta un insolito “ringer” (così si chiama in gergo “l’intruso”), che inizialmente doveva essere un Lugana; per via della difficoltà di reperire un pari annata, però, abbiamo ripiegato su un vino spagnolo, Viña Gravonia Blanco Crianza 1999 di Lopez de Heredia; così, giusto per mischiare le carte e vedere che effetto facevano vini della stessa annata ma figli di vitigni, climi, territori e, soprattutto, culture enologiche totalmente diverse.
E allora via, passiamo in rassegna tutti i campioni degustati con qualche piccola noticina a margine, non senza aver prima, però, stigmatizzato il riprovevole comportamento della famigerata coppia di Etilelitisti Marco&Marco, che, come testimonia la foto, non sanno mai trattenersi e, mentre attendevano l’arrivo degli altri commensali, si sono ignominiosamente attaccati alla prima bottiglia capitata a tiro, dimostrandosi in questo caso molto più “etil-” che “elit-”.
Ma passiamo, finalmente, ai vini “seri”:

San Michele 1999 – Bonci
Si svela con veste di colore giallo ancora striato da qualche sfumatura verdolina. Al naso appare appena sporcato da una lieve sensazione di tappo, che purtroppo si fa sempre più fastidiosa man mano che il vino si scalda nel calice; riesce, comunque, a mostrare profumi di roccia bagnata dal mare, con un piglio salmastro adagiato su una sensazione fruttata matura ed ancora piuttosto integra. Al sorso è subito molto sapido, ma prevalgono note un poco molli di burro e camomilla, forse troppo mielate; anche l’acidità sembra troppo contenuta e resta un poco scissa dal contesto, sebbene il vino recuperi freschezza grazie all’evidente mineralità.

Podium 1999 – Garofoli
Grande intensità di colore, di quel bel giallo intessuto di oro antico. Intenso e di grande impatto anche al naso, pur senza apparire sfacciato o eccessivo; fiori essiccati, zafferano soprattutto, si uniscono a piacevoli note appena salmastre che piano si ampliano, approfondiscono il profumo e lo fanno viepiù raffinato, con il tocco floreale sempre più evidente quando il vino si scalda. Sul palato sfoggia subito una superba vena minerale e di idrocarburi, accompagnata da una bella speziatura e ben fusa con l’acidità, che con perfetto scambio di battute dialoga col frutto dolce, sapido ed ancora succoso. Vino di notevole pienezza, dove i toni dolci e morbidi risultano ottimamente sostenuti dalla fresca sapidità.

Tufico 1999 - Colonnara
Di nuovo un nobile color giallo dorato, seguito al naso da elegantissimi ed intensi sbuffi di idrocarburi che si distendono su deliziosi richiami agrumati. Col tempo tira fuori anche sfumature appena balsamiche, con un bel tocco d’incenso e di cera d’api, fino ad arrivare, scaldandosi e verso la fine della serata, ad una suggestione quasi mentolata, contornata da una speziatura netta, con qualche ricordo di cumino. Sul palato si mostra estremamente sapido, freschissimo, il più minerale del lotto, persino salino; ricorda quasi i vini cresciuti su suoli vulcanici. Entra in bocca diritto ed affilato, scava e rinfresca, regalando al contempo l’opportuno corredo di note fruttate dolci e mature.

Riserva Villa Bucci 1999 - Bucci
Affascina con la freschezza del suo colore brillante e luminoso, giallo con riflessi oro e sfumature verdoline. Al naso è un’esplosione di note floreali incredibilmente eleganti, subito incalzate dalle spezie e da un gentile tocco di idrocarburi. La sensazione floreale ricorda la fragrante soavità del glicine e del gelsomino; scaldandosi arriva ad un dolcissimo fior d’arancio, ripreso e rinfrescato da leggiadri accenni di limone, più che scorza direi foglia stropicciata. L’assaggio è strepitoso e regala grande complessità, ricchezza, corposità, morbidezza, in un insieme ben stimolato dall’acidità, dalla precisa e sapida mineralità. C’è praticamente tutto: pienezza, struttura, freschezza e molta, davvero molta armonia. Vino ancora eccezionalmente giovane.

Viña Gravonia Blanco Crianza 1999 – Lopez de Heredia
Si presenta con colore giallo dorato piuttosto carico. Al naso è notevole il peso del legno, con un tocco di vaniglia e di rovere nettissimo, poi un poco ripulito da leggere note di agrumi e di erbe aromatiche. Arrivano, quindi, accenni di balsami e resine, che paiono ancora di derivazione ellagica ed anch’esse piuttosto invadenti. In bocca ricorda un poco certi aromi degli Sherry o comunque dei vini ossidativi, con toni evolutivi abbastanza spinti e con un finale segnato da una lieve nota di volatile, che reca anche un filo di freschezza.

Cosa dire, in definitiva, di questa interessantissima serata?
Per quanto riguarda i vini, bisogna riconoscere che lo spagnolo le ha “prese” sonoramente, ma va altrettanto riconosciuto che la sua scelta come ringer non è stata delle più felici, poiché, a parte l’annata, troppo distanti e non riconducibili al tema erano le altre variabili che lo caratterizzavano.
Passando ai Verdicchio, il San Michele ha forse un po’ patito la presenza di vini decisamente più in palla: da solo avrebbe fatto la sua porca figura, con gli altri tre ha, invece, evidenziato qualche pecca. Il difetto dovuto al cattivo tappo, inoltre, seppur lievissimo, ha sicuramente penalizzato il quadro aromatico ed espressivo del vino.
Tra Podium e Tufico è stata una gran bella battaglia, tutta combattuta a colpi di fioretto: Podium decisamente il più intenso, al naso come in bocca; Tufico con quella sua nota minerale dritta e tagliente da far paura, freschissima e carica di aromi idrocarburici assai eleganti.
Alla fine la disfida tra i due si è risolta in sostanziale parità, anche se personalmente ho preferito di un soffio il Tufico.
A mio modesto avviso, però, la palma del vincitore è andata allo straordinario Villa Bucci, forse il meno "tipico" (sempre che questo famigerato concetto di “tipicità” abbia qualche legittimo valore nel campo del vino ), ma di una complessità, eleganza ed equilibrio stupendi. L’unico vero peccato è stato stapparlo con almeno dieci anni d’anticipo rispetto al suo potenziale di evoluzione.

In conclusione non resta che sottolineare come, nel suo piccolo e con tutti i suoi limiti, la nostra amichevole e piacevolissima serata abbia dimostrato ancora una volta tutto il valore del Verdicchio, vitigno e vino capace di cavalcare il tempo migliorando indefinitamente: gran razza e gran carattere per quello che è, forse, il miglior bianco italiano.


Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore San Michele 1999
Vitigno: verdicchio
Vinificazione: le uve vengono pressate intere; segue pulizia dei mosti e fermentazione a temperatura controllata per 25 giorni. Dopo maturazione in acciaio, riposa in bottiglia per 3 mesi.

Vallerosa Bonci – Via Torre, 15/17 – Cupramontana (Ancona)

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Podium 1999
Vitigno: verdicchio
Vinificazione: 15 mesi di maturazione in serbatoi d’acciaio inox, seguiti da 4 mesi di affinamento in vetro dopo l’imbottigliamento.
Garofoli – Via Arno, 9 – Loreto (Ancona)

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Tufico 1999
Vitigno: verdicchio
Vinificazione: le uve, raccolte in epoca tardiva, vengono poste a fermentare a basse temperature. Seguono sosta sui lieviti per circa 7 mesi ed affinamento in bottiglia per almeno 6 mesi.
Colonnara – Via Mandriole, 6 – Cupramontana (Ancona)

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Villa Bucci 1999
Vitigno: verdicchio
Vinificazione: prodotta solo in annate particolari, matura almeno 18 mesi in botti di rovere di Slavonia da 50 e 75 hl; si affina, quindi, più di un anno in bottiglia.

F.lli Bucci – Via Cona, 30 – Ostra Vetere (Ancona)

Viña Gravonia Blanco Crianza 1999
Vitigno: viura
Vinificazione: 4 anni di maturazione in barriques con 2 travasi all’anno. Chiarifica con albume di uovo fresco, imbottigliamento e lungo affinamento in vetro.
Lopez de Heredia – Avda. de Vizcaya, 3 – Haro. La Rioja (España)