"Il vino è un valore reale che ci dà l'irreale"
Luigi Veronelli

venerdì 18 giugno 2010

Indietro nel tempo per un tributo marchigiano

Fervono i preparativi per un'altra cenetta in scioltezza del nucleo storico etilelitista.
La data non è stata ancora definita con certezza, ma il tema sì: Verdicchio dei Castelli di Jesi annata 1999, un millesimo che alla sua uscita fu da molti considerato minore ma che, invece, sta riservando inattese sorprese.



Quattro i campioni prescelti per deliziare (speriamo) narici, palato ed animo:

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore San Michele 1999 - Bonci

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Tufico 1999 - Colonnara

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Podium 1999 - Garofoli

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Villa Bucci 1999 - Bucci

A questi si aggiungerà, con ogni probabilità, anche un ringer fuori zona ed appena più giovincello (si vocifera di un 2001 di Lugana), ma ancora la cosa è da confermare.
Nell'Ordine del Giorno non mancheranno, come sempre, le eventuali e varie.
State con noi, vi faremo sapere!

lunedì 14 giugno 2010

La parte invisibile di un Vino - Oslavia e la sua Ribolla

Oslavia, piccola frazione di Gorizia sulle colline del Collio, ha vissuto lo scorso giovedì 10 giugno una giornata particolare ed importante.
In un grande prato tra i vigneti del Lenzuolo Bianco, dove un tempo sorgeva il "centro" di Oslavia alta, poche case raccolte intorno ad un cortile e ad un pozzo completamente annientate dal furore della Prima Guerra Mondiale, si è svolto un convegno dal tema "La parte invisibile di un Vino".
Il Seminario Permanente Luigi Veronelli e la neonata Associazione Produttori Ribolla di Oslavia (che raccoglie le aziende Fiegl, Il Carpino, La Castellada, Primosic, Dario Princic e Radikon) hanno organizzato un incontro per raccontare uno straordinario terroir, che riunisce e fonde l'unicità del territorio di Oslavia, le peculiarità di un importante vitigno autoctono qual è la Ribolla e, infine, la sensibilità, l'esperienza ed il vissuto degli uomini e dei vignaioli di questa terra.
Al tavolo dei relatori si sono succeduti il direttore del Seminario Veronelli, Gigi Brozzoni, che ha svolto il ruolo di moderatore; i professori Sergio Tavano e Hans Fitzmüller, che hanno narrato la storia dei luoghi e della Ribolla Gialla; Claudio Fabbro, enologo e giornalista, che ha ripercorso le vicende della Ribolla e del suo vino, raccontando la sua evoluzione in particolare all'interno della Doc Collio; il pedologo Francesco Lizio Bruno, che ha spiegato la composizione dei suoli di Oslavia e l'eccezionalità della "ponca", il terreno formato di marne e arenarie eoceniche tipiche di questa zona; Alessandro Zanutta, tecnico agronomo del Consorzio Collio, che ha descritto le interazioni tra la Ribolla e l'ambiente, soffermandosi sulle particolari esigenze del vitigno; ed infine alcuni produttori di Oslavia, i quali hanno fatto gli onori di casa, comunicando tutta la passione per un vino che intendono veramente come miglior interprete e simbolo del loro piccolo territorio.
La manifestazione ha raccolto un notevole successo, ben al di là delle più rosee aspettative, e non solo per l'alto livello di competenza dimostrato e per il grande interesse suscitato dai contributi dei diversi relatori, o per il qualificato parterre di ospiti intervenuti, che ha riunito appassionati, giornalisti ed addetti ai lavori, oltre ad importanti autorità comunali, provinciali e regionali. Ciò che ha suscitato forse la maggior soddisfazione negli organizzatori, infatti, è stata la grande partecipazione all'evento da parte della gente di Oslavia, delle persone che con le vigne ed i vini di Ribolla convivono da sempre e che ne costituiscono probabilmente l'anima più profonda.
Il convegno si è, così, lentamente allargato, ha preso vigore e intensità fino a risolversi in un inusuale banco d'assaggio che, in realtà, del canonico banco d'assaggio aveva ben poco; si è trattato più che altro di una gioiosa festa di paese, con prosciutto, salame ed altre semplici pietanze offerti a tutti in abbondanza, accompagnati da chiacchiere, allegre risate e, naturalmente, dalle Ribolla dei produttori di Oslavia, sei diverse interpretazioni di uno stesso vitigno che ne dimostrano la grande potenzialità e versatilità, ma tutte accomunate da un sapido e vibrante tratto territoriale. E, fra lo stupore generale, sul prato sono piano piano apparsi anche i personaggi più schivi del paese, anziani o vecchi vignaioli che spesso da anni ormai non si mostravano più nelle pubbliche occasioni e che, invece, sembra non abbiano saputo resistere al richiamo della Ribolla Gialla, la quale è evidentemente sentita come una delle componenti più radicate e fondanti dei ricordi, dell'atmosfera e, verrebbe quasi da dire, del Genius loci di questa piccola Oslavia.
Ecco, dunque, che l'incontro di giovedì sera ha raggiunto il suo scopo più profondo, quello di rendere palese e manifesto il vero senso del terroir, ossia "la parte invisibile di un Vino", tutto quell'insieme di storie, sentimenti ed emozioni che ne rappresentano l'autentica ricchezza; una parte che, poi, proprio così invisibile non è, perché, se si guarda con gli occhi e l'animo giusti, sta sempre lì, ben chiara ed evidente, che ammicca complice in fondo al calice di ogni autentico vino di terroir.