"Il vino è un valore reale che ci dà l'irreale"
Luigi Veronelli

lunedì 5 dicembre 2011

Noi siamo ancora qua.... Eh già...

In primo luogo voglio tranquillizzare i miei quattro lettori (come direbbe Guareschi, che però di lettori sosteneva di averne almeno venticinque), che ultimamente mi hanno chiesto conto della ormai prolungata inattività del blog: gli Etilelitisti sono vivi, vegeti e più in forma che mai (anche se qualcuno qualche problemino l’ha avuto, ora egregiamente risolto…).
Prova ne sia che, lo scorso 1° dicembre, ospiti del solito ottimo ristorante di Franco Bertoni, hanno messo in piedi una cenetta prenatalizia a base di cervo, abbinato a qualche bottiglietta varia e assortita.
In realtà, in questi lunghi mesi di apatia bloggistica (colpa mia, solo mia, completamente mia, che non ho mai tempo di applicarmici seriamente), un paio di incontri li abbiamo messi insieme: uno dedicato al Syrah (con uno strepitoso ed assai rodaneggiante St. Marsan Rosso 2001 dei Poderi Bertelli a stagliarsi abbastanza nettamente sopra la concorrenza, che tuttavia - va detto per amor di verità - non comprendeva nessun rappresentante francese) ed un altro tutto teso a celebrare le magnifiche sorti e progressive del nobile Chardonnay così come si eprime in tre diversi terroir italici (e qui la lotta è stata dura e serrata tra Löwengang 2006 di Lageder e Cuvèe Bois 2006 di Les Crêtes, con il primo – a mio personalissimo giudizio – a spuntarla di un pelo sul secondo, mentre come ghiotto contorno abbiamo messo in campo una mini-verticale di tutte le tre annate fino ad allora prodotte del Guardiola di Passopisciaro2007-2008-2009 – vino che amo particolarmente e che ha visto il mineralissimo millesimo 2008 prevalere un poco su un 2007 fattosi goduriosamente tropicaleggiante e su un 2009 all’epoca un filo trattenuto nella sua più piena espressività).
Con l’avvento di dicembre e dei primi freddi seri (che, in realtà, stentano un poco a venire), come detto abbiamo, però, deciso di dedicarci ad intingoli piuttosto solidi ed elaborati, che il buon chef Franco ha saputo prepararci con la consueta perizia.
La spalla di cervo, procurata per le solite vie traverse da Marchino nostro e cucinata da Franco in ben quattro preparazioni (tartare con scalogno, limone e aromi; arrosto con contorno di patate e pere saltate con zucchero; scaloppine con contorno di mirtilli; salmì con polenta), si è così vista affiancata da alcune bottigliette scelte da Micheluzzo-coiffeur e dal sottoscritto.
Inizialmente siamo partiti con in mente un tema preciso: “Parenti serpenti”, ovvero “Le dinamiche familiari nel mondo del vino: disfida tra vitigni cugini”. Tanto impegnativo proposito, tuttavia, è inesorabilmente evaporato subito dopo la scelta delle prime due etichette, ossia il Teroldego Rotaliano Diedri 1999 di Dorigati e il Südtiroler Lagrein Mirell 2004 di Plattner-Waldgries (Santa Giustina – Bolzano – secondo tornante sulla via che sale al Renon). Poi lo sguardo è caduto su un fiore che ci ha preso il cuore e ci ha rapito con la sua romantica poesia: il fiore che campeggia sull’etichetta del Kurni 2006 di Oasi degli Angeli, che così è stato immediatamente fatto abile e arruolato per la cena. Micheluzzo ha quindi insistito per provare un vino da lui acquistato direttamente dal produttore in occasione di un viaggio in terra umbra e la carta dei vini si è, dunque, arricchita anche del Sagrantino di Montefalco 2006 della cantina Lungarotti. Ormai completamente fuori tema, restavano da reperire un bianco per gli antipasti, un dolce per il dessert e magari, giusto per non farsi mancare nulla, un altro bel rosso stagionato. Presto fatto: un’occhiata a destra e per l’antipasto si è reclutato un pacioso ma vitale alsaziano, il Gewürztraminer Cuvée Caroline 2009 di Schoffit; un’occhiata a sinistra e per il dolce è saltato fuori il Moscato Rosa Pasithea 2005 della cantina Girlan (che con lo strudel di mele ci sta sempre bene); un’occhiata al centro e… ebbene sì! Caro babbo, anche stavolta ti tocca, il tuo contributo lo devi dare. Le due bottiglie residue del paterno Barbaresco 1973 di Gaja stavano lì di fronte ed una ha insistito per venire con noi. L’abbiamo accontentata…
Ma non facciamola troppo lunga e passiamo senza indugi a parlare dei vini, dei loro profumi e sapori, delle sensazioni suscitate.

Gewürztraminer Lieu-Dit Harth Cuvée Caroline 2009 – Domaine Schoffit
Profumatissimo di acqua di rose, spezie dolci e frutti tendenzialmente tropicali, sul palato si fa denso, corposo, suadente, con un delizioso residuo zuccherino ad addolcire il sorso, subito ripulito dall’acidità fresca ed insieme matura, che solo il clima e la luce di certe latitudini sanno dare.





Teroldego Rotaliano Diedri 1999 – Dorigati
Ci mette molto ad aprirsi, ma quando lo fa svela un naso ancora piuttosto integro, fruttato, lievemente vegetale e con un pizzico di minerale sul fondo, quasi una punta di grafite. In bocca, però, pur guadagnando in fusione ed espressività col passare del tempo, non riesce mai a convincere, con un’acidità un filo scomposta che resta sempre un po' scissa e sembra voler rimanere isolata per conto suo. Si sospetta una cattiva conservazione.




Südtiroler Lagrein Mirell 2004 – Plattner-Waldgries
Naso subito generoso e accattivante, si sente il frutto di bosco dolce, molto maturo, caramelloso. Poi attraversa diverse fasi, sembra farsi coprire eccessivamente da ellagici apporti vanigliati, non ancora ben digeriti; quindi si riapre di nuovo in tutta la sua ricchezza fruttata, ora, però, alleggerita da uno sbuffo balsamico e intrigante, quasi di felce. Sul palato il tocco vegetal-balsamico si avverte più netto e immediato, sempre assistito da un frutto assai maturo ma non cadente e da una tannicità fitta e serrata; rimane, comunque, ben presente la morbida speziatura del legno. Se il vino, di per sè, ha lasciato qualche discorso in sospeso, mirabile ed eccezionalmente riuscito si è invece rivelato l’abbinamento con le scaloppine di cervo ai mirtilli: la morbida carne di cervo regala dapprima la sua carezzevole tendenza dolce, adeguatamente bilanciata e rinfrescata non appena i denti spezzano la bacca di mirtillo e ne diffondono il succo sul boccone; il Lagrein arriva, dunque, a coronare il quadro con i suoi deliziosi richiami di mirtillo, le dolcezze e la fresca acidità, quasi a riassumere, riproporre e trascrivere su nuovi registri i sapori e le sensazioni tattili del cibo. Superbe!






Barbaresco 1973 - Gaja
Profumo cristallino, straordinario per finezza, eleganza, nitore, con una didascalica e affascinante rosa appassita. All’assaggio è ancora composto, ma non all’altezza del naso, si è un po’ spogliato del frutto, si è fatto magro e un filo scarno, con un’acidità appena pungente ma tannini, comunque, fusissimi, finissimi e setosissimi.
Di certo il ’73 non è stato né il ’71, né il ’78.
Al fianco dell’arrosto di cervo, patate e pere, però, davvero non è niente male, con quell’accenno di volatile appena suggerito, quasi sussurrato, che dona leggiadra agilità all’abbinamento.





Sagrantino di Montefalco 2006 - Lungarotti
Apre un po’ sporco al naso: azzardo un olio lubrificante, di quello che si usa sulle macchine per cucire, ma come incrocio lo sguardo di Micheluzzo ritratto tutto con vigliacca codardia. In effetti, però, arieggiandosi si pulisce bene e tira fuori la classica ed intensa nota di mora di rovo e la bella speziatura. In bocca, che dire? È Sagrantino, si sente e non lascia dubbio alcuno: tannicità sopra le righe, densa, robusta, fittissima e astringentissima; e pensare che quella di Lungarotti è una delle interpretazioni più gentili di questo ispido vitigno. Occorre necessariamente accompagnarlo al cibo, occorre mettere subito qualcosa sotto i denti; ed il cervo in salmì è lì, perfettamente adatto alla bisogna.






Kurni 2006 – Oasi degli Angeli
La solita grande massa estrattiva e le solite eccezionali concentrazione ed intensità. Il 2006 è, però, molto più giocato sulla dolcezza fin quasi zuccherina rispetto al 2004, annata che, si ricorderà, si era assaggiata in altra occasione. Certo, come sempre nel Kurni c’è dentro di tutto e di più, ma questa volta raccontato in chiave più sciropposa. Anche i tannini sono sempre belli solidi e l’acidità interviene puntuale a dare opportuna freschezza. A mio modestissimo giudizio, necessita ancora di lavorare parecchio in bottiglia per comporsi e ricomporsi al meglio. Inutile dire che i quattro formaggi proposti in abbinamento (Pecorino un po’ giovane, Castelmagno, un erborinato sempre della zona del Castelmagno e un Canestrato pugliese - e accidenti a me che non prendo mai nota del nome preciso dei formaggi!) hanno fatto molta, molta, molta fatica a reggere il passo. E alla fine, infatti, non l'hanno retto.



Moscato Rosa Pasithea 2005 - Girlan
Dopo il Kurni risulta decisamente penalizzato, ma è ben fatto, bello fragrante, profumato, floreale, di garbata dolcezza ed un pizzico di suggestione linfatica che regala una nota vibrante. Con lo Strudel ci sta che è una meraviglia.






Quali conclusioni trarre, in sintesi, da tutto ciò?
I vini nell’insieme hanno mostrato lati positivi e qualche imprecisione, alcune leggerezze o cedimenti e un po’ di esuberanze: chi era ottimo al naso e meno preciso sul palato; chi, viceversa, era appagante e calibrato al sorso, ma meno intenso o nitido nei profumi.
Nessuno, ad essere sinceri, è riuscito a dare piena soddisfazione a 360°.
Per questa volta dobbiamo proprio rendere il giusto merito allo chef e riconoscere a Franco che i suoi piatti hanno davvero colpito ed entusiasmato più dei vini.



 
E adesso, se qualcuno di quei soliti quattro lettori (o di quegli altri sette oltre a me presenti al tavolo) ha qualcosa da dire, parli ora o taccia per sempre.
Intervenite, gente, intervenite…

venerdì 6 maggio 2011

Ancora a proposito di Wine Story

Ricevo e di nuovo pubblico con piacere un ulteriore comunicato stampa relativo all'ormai imminente manifestazione Wine Story di Milano. Se date un'occhiata ai produttori presenti ed alla degustazione guidata prevista, credo che non possiate non convenire sull'interesse della manifestazione...


WINE STORY - La stora del vino italiano raccontata da 100 grandi vini

Poteva sembrare un azzardo, ma invece è divenuta una prestigiosa realtà.

Tutto è ormai pronto, infatti, per Wine Story, l’evento pensato ed organizzato dal Seminario Permanente Luigi Veronelli di Bergamo e dall’associazione Go Wine di Alba, nato come un tributo a quelle aziende vinicole che, pur con storie e profili peculiari, hanno contribuito in tanti diversi territori del nostro Paese alla positiva rivoluzione che ha coinvolto il vino italiano nell’ultimo quarto di secolo.
Non capita spesso di vedere riunito in un'unica manifestazione un parterre tanto ricco di aziende importanti e rappresentative dell’élite vitivinicola nazionale, come sono quelle messe insieme da Wine Story, una manifestazione che ha, dunque, centrato in pieno il suo obiettivo e che consentirà ad un vasto ed eterogeneo pubblico di conoscere i più validi interpreti di un rinnovamento qualitativo di storica portata.
Del resto l’elenco delle aziende partecipanti, che troverete qui sotto riportato, parla chiaro e racconta di un percorso profondamente meditato, volto a selezionare gli autentici protagonisti del movimento che ha portato l’enologia italiana ai vertici mondiali.
Non i tanti emuli, quindi, ma proprio quei vignaioli che per primi hanno avuto un’idea, un’intuizione, quelli che hanno osato incamminarsi su strade mai battute per proporre innovazioni o per consolidare tradizioni antiche in vista della realizzazione di un’eccellenza fino ad allora mai raggiunta, poi presa ad esempio e a modello da molti altri, dando la stura ad una marcia inarrestabile che ha proiettato e continua a proiettare i nostri vini nell’empireo vitivinicolo internazionale.
I prossimi 13 e 14 maggio, presso l’Hotel Melià di Milano, sarà dunque possibile incontrare questi superbi protagonisti, presenti con i due vini che meglio rappresentano il loro fondamentale contributo al successo del vino italiano. Ciascun produttore avrà a disposizione un banco d’assaggio dove gli appassionati potranno degustare vini straordinari e non sempre di facile accesso, trovando risposte ai loro quesiti ed alle loro curiosità in un faccia a faccia diretto con i vignaioli.

Ed ecco il prestigioso elenco delle aziende partecipanti:

Alois Lageder Magrè - Magreid (Bolzano)
Alto Adige Cabernet Löwengang Tenute Lageder - Alto Adige Cabernet Sauvignon Cor Römigberg Tenute Lageder
Anselmi Roberto - Monteforte d'Alpone (Verona)
Capitel Foscarino Bianco Veneto - I Capitelli Passito Veneto
Antinori - Firenze
Solaia Rosso Toscana - Tignanello Rosso Toscana
Antoniolo - Gattinara (Vercelli)
Gattinara Vigneto Osso San Grato - Gattinara Vigneto San Francesco
Argiolas - Serdiana (Cagliari)
Turriga - Isola dei Nuraghi Vermentino di Sardegna Is Argiolas
Arnaldo Caprai - Montefalco (Perugia)
Montefalco Sagrantino 25 Anni - Montefalco Sagrantino Passito
Berlucchi - Corte Franca (Brescia)
Franciacorta Brut '61 - Franciacorta Brut Palazzo Lana
Braida di Giacomo Bologna - Rocchetta Tanaro (Asti)
Barbera d'Asti Ai Suma - Barbera d'Asti Bricco dell'Uccellone
Bucci - Ostra Vetere (Ancona)
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Villa Bucci - Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Bucci
Ca' del Bosco - Erbusco (Brescia)
Franciacorta Brut Cuvée Annamaria Clementi - Maurizio Zanella Rosso del Sebino
Cabreo - Greve in Chianti (Firenze)
Cabreo Il Borgo Rosso Toscana - Cabreo La Pietra Bianco Toscana
Cantina Produttori Bolzano - Gries Bolzano (Bolzano)
Alto Adige Lagrein Grieser Riserva Prestige - Alto Adige Lagrein Riserva Taber
Cantine del Notaio - Rionero in Vùlture (Potenza)
Aglianico del Vulture Il Sigillo - Aglianico del Vulture La Firma
Capichera - Arzachena (Olbia-Tempio)
Capichera Isola dei Nuraghi Bianco - Mantènghja Isola dei Nuraghi Rosso
Castel de Paolis - Grottaferrata (Roma)
Donna Adriana Lazio Bianco - I Quattro Mori Lazio
Castello della Sala - Ficulle (Terni)
Cervaro della Sala Umbria Bianco - Muffato della Sala Umbria
Castelluccio - Modigliana (Forlì-Cesena)
Ronco del Re Sauvignon di Forlì - Ronco delle Ginestre Rosso di Forlì
Caudrina - Castiglione Tinella (Cuneo)
Asti Spumante La Selvatica - Moscato d'Asti La Caudrina
Colle Picchioni - Marino (Roma)
Il Vassallo Lazio Rosso - Le Vignole Lazio Bianco
Donnafugata - Marsala (Trapani)
Contessa Entellina Rosso Mille e Una Notte - Passito di Pantelleria Ben Ryé
Felsina - Castelnuovo Berardenga (Siena)
Chianti Classico Riserva Rancia Berardenga - Fontalloro Sangiovese di Toscana
Feudi di San Gregorio - Sorbo Serpico (Avellino)
Greco di Tufo - Irpinia Aglianico Serpico
Foradori - Mezzolombardo (Trento)
Granato Vigneti delle Dolomiti Rosso - Myrto Vigneti delle Dolomiti Bianco
Frescobaldi - Firenze
Chianti Rufina Riserva Montesodi - Pomino Bianco Riserva Il Benefizio
Garofoli Gioacchino - Castelfidardo (Ancona)
Conero Riserva Grosso Agontano - Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Podium
Isole e Olena - Barberino Val d'Esa (Firenze)
Cepparello Toscana - Collezione De Marchi Chardonnay Toscana
La Spinetta - Castagnole Lanze (Asti)
Barbaresco Vigneto Starderi Vursù - Moscato d'Asti Bricco Quaglia
Le Piane - Boca (Novara)
Boca - Colline Novaresi Rosso Piane
Le Terrazze - Numana (Ancona)
Chaos Marche Rosso - Conero Riserva Sassi Neri
Les Crêtes - Aymavilles (Aosta)
Valle d'Aosta Fumin Vigne La Tour - Valle d'Aosta Petite Arvine Vigne Champorette
Librandi Antonio e Nicodemo - Cirò Marina (Crotone)
Cirò Rosso Superiore Riserva Duca Sanfelice - Magno Megonio Val di Neto Rosso
Lungarotti Giorgio - Torgiano (Perugia)
San Giorgio Rosso dell'Umbria - Torgiano Rosso Rubesco
Maculan Società Agricola - Breganze (Vicenza)
Acininobili Veneto Bianco passito - Fratta Rosso del Veneto
Masciarelli - San Martino sulla Marruccina (Chieti)
Montepulciano d'Abruzzo Villa Gemma - Trebbiano d'Abruzzo Marina Cvetic
Masi Agricola - Sant'Ambrogio (Verona)
Amarone della Valpolicella Classico Vaio - Armarone Osar Rosso del Veronese
Mastroberardino - Atripalda (Avellino)
Fiano di Avellino Radici - Taurasi Radici
Tenuta Mazzolino - Corvino San Quirico (Pavia)
Oltrepò Pavese Chardonnay Blanc - Oltrepò Pavese Pinot Nero Noir
Negri Nino - Chiuro (Sondrio)
Sfursat di Valtellina 5 Stelle - Valtellina Superiore Vigneto Fracia
Nino Franco Spumanti - Valdobbiadene (Treviso)
Valdobbiadene Prosecco Superiore Extra Dry Primo Franco - Valdobbiadene Superiore di Cartizze
Ornellaia - Castagneto Carducci (Livorno)
Bolgheri Superiore Ornellaia - Masseto Toscana
Pieropan - Soave (Verona)
Soave Classico Calvarino - Soave Classico La Rocca
Paternoster - Barile (Potenza)
Aglianico del Vulture Riserva Don Anselmo - Aglianico del Vulture Rotondo
Planeta - Menfi (Agrigento)
Chardonnay Sicilia - Santa Cecilia Sicilia Rosso
Pojer & Sandri - Faedo (Trento)
Besler Biank Vigneti delle Dolomiti Bianco - Faye Rosso Vigneti delle Dolomiti
Rainoldi - Chiuro (Sondrio)
Sforzato di Valtellina Fruttaio Cà Rizzieri - Valtellina Superiore Inferno Riserva
Ronchi di Cialla - Prepotto (Udine)
Colli Orientali del Friuli Cialla Picolit - Colli Orientali del Friuli Cialla Schioppettino
Rosa del Golfo - Alezio (Lecce)
Portulano Salento Rosso - Vigna Mazzì Salento Rosato
Russiz Superiore - Capriva del Friuli (Gorizia)
Collio Pinot Bianco Riserva - Collio Pinot Grigio
San Leonardo - Avio (Trento)
San Leonardo Rosso Vigneti delle Dolomiti - Villa Gresti Vigneti delle Dolomiti Rosso
Schiopetto - Capriva del Friuli (Gorizia)
Collio Friulano - Collio Sauvignon
Selvapiana - Rùfina (Firenze)
Chianti Rufina Riserva Vigneto Bucerchiale - Vino Dolce da Uve Passite
Tasca d'Almerita - Sclafani Bagni (Palermo)
Contea di Sclafani Rosso del Conte - Regaleali Chardonnay Sicilia
Taurino Cosimo - Guagnano (Lecce)
Notarpanaro Salento Rosso - Patriglione Rosso Salento
Terre Rosse Enrico Vallania - Zola Predosa (Bologna)
Adriana Vallania Malvasia dell'Emilia - Colli Bolognesi Cabernet Sauvignon Il Rosso di Enrico Vallania
Umani Ronchi - Osimo (Ancona)
Conero Riserva Cùmaro - Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Casal di Serra Vecchie Vigne
Villa Matilde - Cellole (Caserta)
Cecubo Rosso Roccamonfina - Falerno del Massico Rosso Camarato
Zerbina - Faenza (Ravenna)
Albana di Romagna Passito Scacco Matto - Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Pietramora

Ma le sorprese di Wine Story non si fermano qui. Si è pensato, infatti, di proporre un incredibile evento collaterale, anzi due. Due eccezionali degustazioni guidate da Gigi Brozzoni, direttore del Seminario Permanente Luigi Veronelli e curatore della Guida Oro I Vini di Veronelli, dove saranno di scena alcuni pesi massimi, indiscussi campioni che rappresentano il vertice assoluto dell’eccellenza vinicola italiana:

Barbaresco Riserva Asili e Barolo Rocche di Falletto, Bruno Giacosa;
Barolo Riserva Monfortino, Giacomo Conterno;
Mantenghja Isola dei Nuraghi Rosso, Capichera;
Amarone della Valpolicella Vigneto di Monte Lodoletta e
Valpolicella Superiore Monte Lodoletta
, Romano Dal Forno;
Solaia Rosso Toscana, Marchesi Antinori;
Bolgheri Superiore Ornellaia, Tenuta Ornellaia;
Bolgheri Sassicaia, Tenuta San Guido;
Muffato della Sala Umbria, Marchesi Antinori.

Si tratta di un’occasione rara, se non unica ed irripetibile, per apprezzare il prodigioso ventaglio di espressioni, sfumature e dettagli con cui la qualità riesce ad esprimersi ai massimi livelli nel nostro Paese.
Non ci rimane, infine, che ricordarvi programma ed orari:

Wine Story
13-14 maggio 2011
Hotel Melià – Via Masaccio, 19 - Milano (MM 1 - Lotto)


Venerdì 13 maggio
ore 15.00 – 18.00: banco d’assaggio riservato a operatori di settore e giornalisti
ore 18.00 – 22.00: banco d’assaggio aperto al pubblico.
ore 17.30: degustazione guidata (Sala Tenerife).

Sabato 14 maggio
ore 11.00 – 20.00: banco d’assaggio aperto al pubblico.
ore 17.30: degustazione guidata (Sala Tenerife).

Operatori e Giornalisti:
- Banco d'assaggio: accredito gratuito
- Degustazione Guidata: € 20,00.

Pubblico:
- Banco d'assaggio: € 30,00 (€ 25,00 per i Soci Go Wine, Seminario Veronelli, Ais, Fisar, Onav).
- Banco d'assaggio + Degustazione Guidata: € 40,00 (€ 35,00 per i Soci Go Wine, Seminario Veronelli, Ais, Fisar, Onav).

giovedì 7 aprile 2011

Un nuovo interessante appuntamento

Pubblico volentieri un comunicato stampa diramato dal Seminario Permanente Luigi Veronelli e dall'Associazione Go Wine relativo ad un nuovo appuntamento con il vino di qualità, che si svolgerà a Milano nel prossimo mese di maggio. Secondo me vale la pena farci un giro....


All’Hotel Melià di Milano il 13 e 14 maggio
WINE STORY: IL VINO ITALIANO RACCONTATO DA 100 VITICOLTORI

Una partnership Seminario Veronelli-GoWine per un nuovo e importante evento

Dalla collaborazione fra il Seminario Permanente Luigi Veronelli di Bergamo e l’Associazione Go Wine di Alba nasce un nuovo ed importante appuntamento dedicato al vino italiano: “Wine Story”.

Si tratta di un evento concepito come una sorta di omaggio a quelle aziende vinicole italiane che, con storie e profili diversi, hanno contribuito in tanti territori del nostro Paese alla positiva rivoluzione che ha coinvolto il vino italiano nell’ultimo quarto di secolo.

L’iniziativa è nata in un anno particolare per le due associazioni organizzatrici, che nel 2011 festeggiano due traguardi importanti. Go Wine è, infatti, giunta ormai al suo decimo anniversario di fondazione, mentre il Seminario Permanente Luigi Veronelli, sorto nel 1986 su iniziativa dello stesso Veronelli e di un gruppo di lungimiranti viticoltori, festeggia i suoi primi venticinque anni di attività.

Traguardi importanti, si diceva, che meritano di essere celebrati con il dovuto rilievo, ossia coinvolgendo quei protagonisti che, grazie al loro imprescindibile impegno, hanno offerto la preziosa “materia prima” indispensabile perché il lavoro di promozione della cultura enogastronomica del nostro Paese potesse essere condotto in modo serio, fondato e proficuo.

Ecco, allora, l’idea di “Wine story”, un evento concepito per porre in risalto il valore ed i meriti di una prestigiosa selezione di 100 aziende unite fra loro da un legame speciale ed esclusivo: aver favorito un nuovo percorso per la viticoltura italiana di qualità, contribuendo alla sua affermazione nel mondo e ponendosi come modello di riferimento ed esempio per tanti altri viticoltori. Un riconoscimento per un lavoro virtuoso che ha indicato una strada e fatto proseliti.

Ogni azienda partecipante proporrà per l’occasione i 2 vini che meglio interpretano il ruolo sopra descritto; vini appositamente selezionati da Gigi Brozzoni, curatore della Guida Oro I Vini di Veronelli nonché direttore del Seminario Permanente Luigi Veronelli.

Il banco d’assaggio e gli eventi collaterali si svolgeranno a Milano venerdì 13 e sabato 14 maggio, presso le sale del Melià Hotel di via Masaccio 19, a pochi passi da Fiera Milano City e a poco più di 10 minuti dal nuovo polo fieristico di Rho. La scelta di riservare alla manifestazione l’importante palcoscenico milanese non è casuale, ma vuole rappresentare un segno di attenzione verso una città che ha contribuito in modo notevole a conferire attenzione al vino come prodotto di eccellenza del Made in Italy; una città nella quale ormai da troppo tempo mancano iniziative prestigiose a favore del vino di grande qualità.

Date e orari:
- venerdì 13 maggio, dalle ore 15 alle 22 (dalle ore 15 alle 18, il banco d’assaggio sarà riservato esclusivamente agli operatori ed ai giornalisti);
- sabato 14 maggio, dalle ore 11 alle 20

Nelle prossime settimane la lista completa delle prestigiose aziende partecipanti ed il calendario degli eventi collaterali.

Per ogni informazione, potrete rivolgervi ai seguenti contatti:
Go Wine - 0173.364631 - stampa.eventi1@gowinet.it

Seminario Veronelli - tel. 035.249961 - info@seminarioveronelli.com

Saremo al Vinitaly allo Stand 7 Centro Servizi Arena (tra pad. 6 e 7)

martedì 22 marzo 2011

Giovanotti di quarantun'anni

Come ci si sente a quarantun'anni?
Adesso provo a raccontarvelo.
Poche settimane fa, infatti, in occasione del mio quarantunesimo genetliaco, mi sono ritrovato con un paio di buoni amici per un festeggiamento informale.
Inutile dire che il vino scelto per l'occasione era un mio coscritto: Taurasi 1970 della cantina Mastroberardino, bottiglia impolverata, scovata in un angolo della cantina del babbo.
Stappiamo senza eccessive aspettative e invece.... tappo integro e ancora bello elastico, colore appena granato, ma brillante e luminoso, profumo un po' chiuso, ma pulito e nitido.
Abbandoniamo il vino nei calici per un paio d'ore buone. Poi comincia la festa.
Il Taurasi si è aperto, si è fatto ampio, avvolgente, incredibilmente ancora tutto sul frutto integro e maturo, arricchito da una bella speziatura, ben cesellata, qualche caldo ricordo di cuoio, poi una confortevole sensazione di tabacco, piacevolmente aromatico, e una tannicità finissima, minuta, setosa, ma ancora tutt'altro che sfinita, anzi vitale, dinamica. Nessuna puzzetta, nessun difetto, nessun cedimento: un giovanotto!
Calice dopo calice, la bottiglia se ne è andata in fretta, mirabilmente accompagnata da Parmigiano Reggiano stagionato 48 e 90 mesi del sempre ottimo Caseificio Gennari di Collecchio.
Per concludere era stato preparato un buonissimo dolce alla mousse di cioccolato e lamponi da abbinare ad un Moscato Rosa del Sudtirol; ci siamo, però, guardati in faccia e abbiamo subito deciso, senza nessun rimpianto, di continuare col Taurasi anche per il dessert.
Bevuto tutto, fino all'ultima goccia, letteralmente: il vino era pulitissimo e dalla bottiglia saranno scesi, in tutto, non più di due o tre grani di tartrato.
Da dove salta fuori questo mezzo miracolo? Vino partito lindo e netto fin dall'origine di sicuro; a qualcuno sembra anche di ricordare che, proprio in quegli anni, Mastroberardino avrebbe rinnovato le botti e, quindi, i legni nuovi e puliti avrebbero regalato un vino stabile e ben fuso.
Personalmente mi piace pensare che, anche se non siamo più giovanissimi, noi del 1970 continuiamo ad essere e sentirci dei fieri, scalpitanti ragazzi.