"Il vino è un valore reale che ci dà l'irreale"
Luigi Veronelli

venerdì 29 maggio 2009

Quando parla il vino

Il vino parla per chi vuol farlo parlare.

Il vino ha “un milione di voci. Scioglie la lingua, svela segreti”.(1)

Perché il vino parla con chi vuol farlo parlare; parla solo con la voce di chi lo fa parlare.

Non pensiate che sia sufficiente infilarci il naso dentro perché il vino cominci a raccontare qualcosa. Se non saremo noi a farlo parlare, resterà muto e senza nulla da dire.

Il vino parla gli stessi incanti del mondo; parla i fiori e i frutti, gli animali e i vegetali. Il vino parla le rocce, pietra o terra che siano; parla il mare ed il sole, il gesso ed il sale; descrive le rudi durezze, le stimolanti freschezze, le piccanti eccitazioni e le sete morbide e seducenti.

Il segreto sta tutto nel dargli la voce, perché da sé solo non saprebbe in che lingua esprimersi.

Non c’è poesia nel vino senza un animo che la declami, perché non c’è poesia senza umana passione.
Il vino è come il mondo, che senza gli occhi dell’uomo sarebbe un inutile e silente globo. Sarebbe semplicemente il nulla, perché il suo senso e la bellezza stanno nella sua interpretazione.

E il vino più bello, quello che più di ogni altro ci entra nel cuore, è il vino capace, se lo facciamo parlare, di svelare il cosmo del suo produttore: quella minuscola lettura del mondo, unica e originale, che si leva dai riflessi e dai profumi di un calice per lasciarsi comprendere e, forse, ammirare.

Tutto questo, però, avverrà solamente se vorremo raccontarlo. Per farcelo raccontare.

(1) - Joanne Harris – Vino, patate e mele rosse – Garzanti