"Il vino è un valore reale che ci dà l'irreale"
Luigi Veronelli

martedì 22 marzo 2011

Giovanotti di quarantun'anni

Come ci si sente a quarantun'anni?
Adesso provo a raccontarvelo.
Poche settimane fa, infatti, in occasione del mio quarantunesimo genetliaco, mi sono ritrovato con un paio di buoni amici per un festeggiamento informale.
Inutile dire che il vino scelto per l'occasione era un mio coscritto: Taurasi 1970 della cantina Mastroberardino, bottiglia impolverata, scovata in un angolo della cantina del babbo.
Stappiamo senza eccessive aspettative e invece.... tappo integro e ancora bello elastico, colore appena granato, ma brillante e luminoso, profumo un po' chiuso, ma pulito e nitido.
Abbandoniamo il vino nei calici per un paio d'ore buone. Poi comincia la festa.
Il Taurasi si è aperto, si è fatto ampio, avvolgente, incredibilmente ancora tutto sul frutto integro e maturo, arricchito da una bella speziatura, ben cesellata, qualche caldo ricordo di cuoio, poi una confortevole sensazione di tabacco, piacevolmente aromatico, e una tannicità finissima, minuta, setosa, ma ancora tutt'altro che sfinita, anzi vitale, dinamica. Nessuna puzzetta, nessun difetto, nessun cedimento: un giovanotto!
Calice dopo calice, la bottiglia se ne è andata in fretta, mirabilmente accompagnata da Parmigiano Reggiano stagionato 48 e 90 mesi del sempre ottimo Caseificio Gennari di Collecchio.
Per concludere era stato preparato un buonissimo dolce alla mousse di cioccolato e lamponi da abbinare ad un Moscato Rosa del Sudtirol; ci siamo, però, guardati in faccia e abbiamo subito deciso, senza nessun rimpianto, di continuare col Taurasi anche per il dessert.
Bevuto tutto, fino all'ultima goccia, letteralmente: il vino era pulitissimo e dalla bottiglia saranno scesi, in tutto, non più di due o tre grani di tartrato.
Da dove salta fuori questo mezzo miracolo? Vino partito lindo e netto fin dall'origine di sicuro; a qualcuno sembra anche di ricordare che, proprio in quegli anni, Mastroberardino avrebbe rinnovato le botti e, quindi, i legni nuovi e puliti avrebbero regalato un vino stabile e ben fuso.
Personalmente mi piace pensare che, anche se non siamo più giovanissimi, noi del 1970 continuiamo ad essere e sentirci dei fieri, scalpitanti ragazzi.